sabato 12 novembre 2016

Un film per il weekend: SUPERCONDRIACO



Supercondriaco
(regia di Dany Boon, 2014) è un film che racconta la storia di Romain, un assistente medico di mezza età afflitto da un pesante disturbo che si rifà all'ipocondria. L'ipocondria in senso stretto però non basterebbe a definirlo, in quanto il personaggio è nevrotico, paranoico e ha sempre il costante timore di fare qualcunque cosa che possa mettere a rischio la sua salute.

Un personaggio assolutamente caricaturale ed esagerato, caratteri voluti ad un fine comico e ad un altro più sociale, il film (una commedia, potremmo dire) vuole strappare infatti risate ma incalzando con temi piuttosto forti, specie per la Francia e l'Europa odierna. Romain ha un unico amico, il suo medico "curante", ormai per lui più uno psicoteraputa, che cerca in tutti i modi di far reagire il disgraziato paziente dal suo stato mentale che lo ha portato a vivere da recluso. Destino vuole che tal medico, Dimitri, lavori anche all'accoglienza dei rifugiati politici del Tcherkistan, immaginario paese dei Balcani nei quali sono in corso conflitti civili. Avverrà così un rocambolesco scambio di persone che porterò Romain nelle condizioni di vita più misere ed assurde, facendo così un effetto "terapia ad urto" sulle sue fobie.

Il film vuole farci ridere, ci riesce anche se tendente un po' all'esagerazione, la storia sembra divisa in due, come guardare due film, da un lato la sua vita buffa ed imprevedibile in Francia, dall'altro l'avventura nei Balcani. Un po' lungo in certe parti, è sommariamente gradevole, forse invita ad una riflessione non troppo impegnata su tutto il mondo "fobico" della nostra contemporaneità; viviamo nell'era dei contagi di massa, di aviarie, di mucche pazze, di uomini che non toccano le maniglie dei treni per ribrezzo dei batteri che potrebbe aver lasciato qualcuno. Pone poi un paragone, la miseria, quella vera, la difficoltà e lo sporco più assoluto di una realtà in cui vi è addirittura la guerra e nella quale c'è chi sopravvive. Insomma il paragone è rapido, non moralistico né impegnativo.


Puoi trovare la recensione della settimana scorsa QUI.
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- Alison

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